Il Vino ed il Bosco
Alberi che fanno bene ai vigneti
L’incontro “Il vino ed il bosco – alberi che fanno bene ai vigneti” si è tenuto il 7 Settembre 2023 al Castello di Meleto. Ha snocciolato un tema attuale, che potrebbe offrire possibili risposte a uno scenario sempre più complesso, dove gli equilibri naturali sono sempre più precari
Con il convegno “Il vino ed il bosco – alberi che fanno bene ai vigneti” tenuto da Stefano Lorenzi, arboricoltore, e da Luca Mamprin, dottore forestale, con la partecipazione di Ruggero Mazzilli, fondatore della Speviss e del Biodistretto del Chianti, Castello di Meleto si è proposto di affrontare un tema di grande attualità, ponendosi una domanda: come può il bosco influire positivamente sul vigneto, creando un ecosistema perfetto?
L’appuntamento si è aperto con l’intervento di Michele Contartese, Direttore di Castello di Meleto e consigliere del Biodistretto del Chianti e del Distretto Biologico del Chianti, ambizioso progetto che prevede un’auto regolamentazione in tema ambientale e la promozione di buone pratiche.
Ruggero Mazzilli si è focalizzato sulla centralità della territorialità e di come certi equilibri siano labili. «La territorialità non si crea ma si può distruggere e fare viticoltura di territorio significa misurarsi ogni giorno con la natura e intervenire meno ma meglio. Un valore fondamentale è dato dalla biodiversità che permette di arricchire anche il prodotto vino. L’agricoltura entra nel territorio, l’agricoltura entra nei meccanismi della natura.
Quando si cammina in una campagna ben conservata si sentono i profumi della natura, dati da erbe, fiori, arbusti, proprio questi profumi si attaccano alla buccia grazie alla pruina e rendono anche il vino più ricco» ha affermato Mazzilli.
Parola chiave: biodiversità. Gli interventi di Stefano Lorenzi e Luca Mamprin si sono incentrati sull’importanza di creare e proteggere la biodiversità e gli alberi sanno aumentare sia quella vegetale che quella animale.
Il bosco crea le condizioni di vita ideali per un vigneto, «gli alberi, infatti, ombreggiano i filari evitando che i grappoli si scottino, problema principale delle ultime venti annate, garantiscono un’umidità costante, smorzano la forza del vento e riducono l’impatto della grandine», sottolineano i relatori. «Nondimeno, gli alberi permettono di conoscere meglio le potenzialità del vigneto, creando una ricchezza di specie che lo abitano e tutt’intorno e di sviluppare molte più forme di lieviti spontanei sulle uve». Di importanza vitale per questo scenario di ricchezza sono i pronubi, insetti buoni e gli uccelli, in grado di contrastare naturalmente le specie dannose per i vigneti.
Lorenzi e Mamprin hanno poi dato uno spunto di riflessione ai produttori. «La vigna è solo il 10 % del sistema ed è, quindi, focale decentrare questo interesse e ricreare l’organismo per contrastare il cambiamento climatico ristabilendo un equilibrio. Sarebbe anche importante ribilanciare il rapporto tra aree urbane e aree agricole, piano molto più complesso, se lasciato solo al singolo». Tuttavia, nulla è perduto, perché nel proprio piccolo i viticoltori possono ripristinare l’equilibrio dell’ambiente che circonda il sistema vigneto, restituendo alla natura un tripudio di poliedricità e di biodiversità.